Quayola, Roma 1982, indaga dialoghi e collisioni imprevedibili, tensioni ed equilibri tra
reale e artificiale, figurativo e astratto, vecchio e nuovo.
Il suo lavoro esplora la fotografia, la geometria, sculture digitali basate sul tempo e coinvolgente installazioni audiovisive e performance. Conosciuto per le sue enigmatiche installazioni video, crea ambienti ibridi mescolando pitture e sculture animate, performance audiovisive, installazione audio video, 3D printing e programmazione software.
Quayola indaga la tradizione artistica occidentale avanzate tecnologie contemporanea alle quali assegna il nuovo ruolo di "collaboratore" e non solo di strumento con cui esplorare possibili modi di lettura della realtà.
"Il focus della mia ricerca artistica è generare spazi virtuali che possano essere analizzati in modo completamente diverso dall'osservazione real life: compongo codici in grado di interpretare e tradurre matematicamente i dati raccolti dalla scansione della realtà. Fare Arte per me significa stabilire nuovi sistemi di visione; i primi fotogrammi visualizzati nelle opere non sono immagini reali, ma la somma di centinaia e centinaia di scatti fotografici tradotti e assemblati digitalmente – come fa Andreas Gursky nelle sue composizioni. Nelle mie opere, gli ambienti descritti sono riproduzioni virtuali: mi piace giocare con l'ambiguità e la tensione esistente fra la realtà e la sua rappresentazione attraverso l'occhio della macchina".
“Sono affascinato dall'osservazione del mondo attraverso i sistemi di computer vision: algoritmi che forniscono punti di vista alternativi e, in un certo senso, potenziano la visione e la percezione. In modo simile, sono attratto sia dalla potenza simbolica degli antichi maestri che dalla tradizione dei paesaggisti moderni, come punto di partenza verso l'astrazione."
La sua forza è saper costruire ogni volta, nei suoi lavori, un dialogo fra tradizione e contemporaneità: offrire esperienze autentiche, che lasciano intravedere il funzionamento della tecnologia utilizzata, la rendono adorabile nella sua potenza espressiva, e favoriscono la comprensione dell'intero processo (da quello di creazione a quello di fruizione) anche nello spettatore digitalmente naïve.
Per lo Spazio Arte di CUBO, all'interno del progetto Pleasant Places.Il Sublime tecnologico e il rapporto fra arte, natura e tecnologia, nell'ambito del programma istituzionale di ART CITY Bologna 2017, Quayola realizza i primi prototipi della serie PP #T 3D Scan series.
- Quayola, PP #T011.A12, print, 2016
- Quayola, PP #T011.A12 (dett.) print, 2016
- Quayola, PP #T007.A7, print, 2016
- Quayola, PP #T007.A7 (dett.), print, 2016
- Quayola, PP #T008.A4, print, 2016
- Quayola, PP #T008.A4 (dett.), print, 2016
Attraverso una particolare procedura di stampa a pigmenti sulla base di 8 colori a getto d'inchiostro, ogni immagine è originariamente resa a 950 megapixel, il che permette impianti di stampa di grandi dimensioni mantenendo un'incredibile definizione dei dettagli. Rispetto al video però queste restituzioni ricostruiscono l'elemento naturale descrivendolo in termini di linee geometriche asciutte, come se un'improvvisa glaciazione avesse congelato i soggetti durante la mutazione da oggetto reale a raffigurazione astratta.