Nell’ambito della rassegna das.06, curata da Federica Patti, il public program ha ospitato l’evento site-specific Embodying Absence, un’innovativa performance del duo LandiLanza.
Margherita Landi, coreografa, videomaker e antropologa, e Agnese Lanza, coreografa e danzatrice, sviluppano progetti che uniscono danza, media e performing arts, esplorando il potenziale espressivo della tecnologia virtuale. Il loro lavoro si concentra su accessibilità, inclusività ed embodiment, utilizzando strumenti digitali per amplificare l’esperienza corporea e performativa.
Embodying Absence rappresenta l'ultima fase di una ricerca artistica dedicata al tema dell'assenza, dopo i precedenti progetti Dealing with Absence (dove l’assenza è vista come distanza) e Touching Absence (dove diventa relazione). Questa volta, il focus è sull’assenza come condizione interiore, un’esperienza che prende forma attraverso la memoria fisica ed emotiva.
Il cuore della performance è il visore VR, che non è solo uno strumento tecnologico, ma un ponte tra presenza e assenza. Indossandolo, i danzatori vengono trasportati in un mondo che richiama l’infanzia, fatto di gioco e movimento libero. Il pubblico assiste a questa trasformazione, osservando come il corpo dei performer reagisce a ciò che vedono, senza però conoscere il contenuto visivo fino alla fine della performance.
Durante la performance, i danzatori imparano una sequenza di movimenti in tempo reale attraverso il visore VR, per poi alternare la ripetizione dei gesti a momenti di vuoto mnemonico. Questa alternanza tra memoria e dimenticanza crea una danza fluida, sospesa tra controllo e libertà.
Il pubblico è invitato a seguire i movimenti senza sapere esattamente cosa i danzatori stiano vivendo, scoprendo solo alla fine l’universo visivo che li ha guidati. Questo trasforma l’osservazione in un’esperienza attiva e coinvolgente.
L’evento si inserisce nel contesto della mostra
Ways of Seeing di Quayola, che esplora il sublime e la percezione del paesaggio attraverso l’uso della tecnologia. Allo stesso modo,
Embodying Absence riflette sul corpo, sulla memoria e sulla relazione tra uomo e macchina, creando un ponte tra danza, arte digitale e sperimentazione interattiva.
Un’occasione unica per vivere lo spazio e la performance in un modo completamente nuovo.