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1938. Le leggi razziali nelle carte de La Fondiaria

​​​​​​​​​Guido Treves (1864-1964) è stato uno dei dirigenti più importanti della compagnia assicurativa fiorentina La Fondiaria. Ha ricoperto l'incarico di Amministratore Delegato de La Fondiaria Incendio (1906-1938), La Fondiaria Vita (1912-1938) e La Fondiaria Infortuni (1909-1938), costituita per suo impulso; ha un ruolo fondamentale nell'acquisizione de La Reale Grandine (1909) e nella fondazione de La Previdente (1917). 


  • Guido Treves

Sotto la sua guida si rafforza la posizione de La Fondiaria tra le primarie compagnie. Il 13 luglio 1936 Treves, assieme ai presidenti de La Fondiaria Incendio e La Fondiaria Vita, Trigona e Lanza di Scalea, viene ricevuto dal capo del governo, Benito Mussolini. Il Duce ringrazia i dirigenti della compagnia che ha offerto 100 polizze vita gratuite ai coloni che si stabiliranno in Etiopia, la cui conquista militare si è conclusa nello stesso anno. La notizia viene pubblicata nel periodico aziendale de la Fondiaria nello stesso mese. La benevolenza del Duce non salverà Treves dalle conseguenze del Regio Decreto Legislativo del 17 novembre 1938, n. 1728, Provvedimenti per la difesa della razza italiana. Infatti, agli occhi del regime, Treves ha il grave torto di essere ebreo. La legislazione antisemita comprende, tra i numerosi obblighi e limitazioni, il divieto per tutte le pubbliche amministrazioni e per le società private di carattere pubblicistico (come banche e assicurazioni) di avere personale ebreo. Treves e altri due consiglieri di amministrazione de La Fondiaria, Eugenio Artom e Ugo Castelnuovo Tedesco, anch'essi ebrei, vengono costretti alle dimissioni; assieme a loro, altre persone di cui non conosciamo il nome, a tutti i livelli aziendali. Il “Notiziario" de La Fondiaria, nel numero di dicembre 1938, informa i dipendenti, gli agenti e i soci, delle avvenute sostituzioni al vertice dell'impresa ma, deliberatamente, ne nasconde le ragioni. Il motivo è facilmente comprensibile: sarebbe stato molto imbarazzante dovere spiegare pubblicamente che quegli stessi dirigenti che avevano fatto la fortuna della compagnia erano stati obbligati a dimettersi per motivi razziali (diciamo pure razzisti). Treves, Artom e Castelnuovo Tedesco sopravviveranno alle persecuzioni del periodo bellico e, dopo la liberazione di Firenze (1944) saranno reintegrati nei loro incarichi. 

* L'immagine di copertina è tratta dal sito www.shalom.it ​











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